Sbagliato chiudere la scuola della Rusca

Se si chiude una scuola, non muore solo un quartiere

L'intenzione del Comune di chiudere anticipatamente la scuola elementare de La Rusca e spostare le classi nel plesso di Villapiana suscita più di la protesta contro la chiusura della scuola elementare della Ruscauna perplessità dal momento che la scuola, intesa come modello, è un presidio culturale, fondamentale per il territorio, perché inclusiva dal punto di vista sociale e perché portatrice di conoscenze che altrimenti andrebbero disperse. Questa è la ragione secondo cui non bisognerebbe mai, contrariamente a quanto imposto dai Governi Berlusconi e Monti, programmare la dislocazione delle scuole nei quartieri in base a numeri sterili o a opportunità organizzative di altra natura, ma è necessario invece implementare i servizi, in questo caso culturali, agire in sinergia con il territorio tenendo presente che i parametri di crescita culturale non andrebbero a ricadere solamente su coloro che frequentano la scuola, ma anche su tutti quegli attori che con la scuola interagiscono.

E' allarmante la volontà di chiudere una scuola in un momento in cui tutto il Paese attraversa una grave crisi che colpisce pesantemente la conoscenza, la ricerca, la cultura e che detiene il tasso europeo più alto di abbandono scolastico, pari al 17,6%. Questo è un arretramento rispetto alle istanze che chiedono un miglioramento del territorio ed una implementazione dei servizi, i quali devono essere sciolti da logiche di carattere economico, in quanto beni comuni e collettivi.

La scuola in questione è inserita in un quartiere già abbastanza penalizzato dalla costruzione dell'Aurelia bis, infatti sono già stati chiusi il campetto sportivo e i giardini pubblici.

La proposta è quindi quella di lavorare sulla valorizzazione del presidio scolastico nell'ottica di una rinascita del quartiere, della partecipazione e dell'aggregazione sociale, con investimenti e servizi che oggi sono del tutto carenti. Di non secondaria importanza sono le argomentazioni del Comitato dei genitori, che dovrebbe essere ulteriormente ascoltato per avere un quadro più preciso della situazione, dal momento che accorpare i plessi scolastici (legge n. 11 del 15/7/2011), quasi mai ha portato a soluzioni positive per quanto riguarda l'apprendimento, la socialità e la tranquillità dei bambini. Spesso infatti vengono ridotti gli spazi e sacrificati laboratori, il tutto a discapito della qualità dell'istruzione e della formazione.

Valeria Ghiso - Segreteria provinciale Rifondazione Comunista - Responsabile Politiche della Conoscenza
Gianmaria Pace - Segreteria provinciale Rifondazione Comunista - Portavoce provinciale Giovani Comunisti
Savona - 17 Aprile 2013