C'è un luogo a Savona che è quasi un "non luogo", abbandonato al punto che molti savonesi non ne conoscono l'esistenza. Un luogo che potrebbe essere un simbolo della città alla pari della Torretta o del Priamar. Un luogo che deve essere recuperato e valorizzato. Stiamo parlando del complesso di San Giacomo che custodisce l'ultima chiesa medioevale della nostra città.
Fortemente voluta dal savonese papa Sisto IV, per oltre tre secoli San Giacomo è stato un importantissimo centro d'arte e di cultura, con la chiesa riccamente decorata anche con cicli di affreschi del Semino, Fiasella, Allegrini, oltre che dalle pale d'altare dei più noti pittori operanti in Liguria tra il Quattrocento e il Cinquecento, dotata di una stupenda copertura a capriate di legno e di un raro "pontile", tribuna voltata sorretta da colonne sopra alla navata centrale. Non solo, il complesso, con annesso convento dotato di due piccoli chiostri, custodisce le tombe di illustri savonesi quali da Gabriello Chiabrera e Orazio Grassi. Il San Giacomo fu, infien, soppresso da Napoleone e nel 1862 venne trasformato nella Caserma Damiano Chiesa.
Questa poche righe per dare un cenno dell'importanza storica e culturale del sito oggi in stato di abbandono e inacessibile al pubblico. Molti conoscono e frequentano il Circolo Artisi, ma il resto del complesso - inclusa la chiesa - è in stato di abbandono.
Oggi siamo ad una svolta. In maggioranza si è discusso un progetto di recupero. Un progetto interessante che riguarda il convento di San Giacomo, chiostro compreso, la caserma in via Famagosta, l'ex Miramare e la zona delle ex funivie.
Il piano prevede la realizzazione di un centro congressi a destinazione pubblica in San Giacomo, con una capienza pari a 400 posti. Tutte le volumetrie non specificamente religiose, invece, verrebbero trasformate in un hotel, in gestione a privati per dieci anni e poi sarebbe l’amministrazione comunale a darlo in concessione. Case, invece, all’ex caserma Carmana, la cui destinazione è già oggi a indirizzo residenziale.
Rifondazione condivide e si è battuta insieme ad altri per il recupero, ma muove alcune critiche all'operazione. La prima riguarda una sistemazione per gli attuali ospiti della struttura, oltre al già citato Circolo Artisi anche il Solar Technology Group. La seconda riguarda l'hotel che, secondo il PRC, non deve essere obbligatorio e non potrà comunque interessare aree di pregio come i chiostri. La terza riguarda la zona di Miramare che, come hanno sottolineato recentemente il Segretario e il Gruppo comunale, non deve contenere alcun aumento volumetrico residenziale.
Quando saranno approfonditi e chiariti questi aspetti Savona e i savonesi potranno finalmente riabbracciare il San Giacomo.
la redazione del sito
Savona - 14 Aprile 2013